Rivoluzione "Smart Working": una forma di lavoro che sarà presto realtà
Multinazionali e grandi aziende come Barilla, Wind, Intesa Sanpaolo,Zurich, etc stanno già applicando questa nuova forma di lavoro stipulando accordi in base alle proprie esigenze produttive.
"Smart Working": la nuova forma di lavoro che potrebbe diventare legge dello Stato già entro la fine del 2016.
Il disegno di legge sul lavoro autonomo e sullo Smart working ha avuto il via libera dalla commissione Lavoro del Senato 27 luglio 2016 e per la fine dell’anno dovrebbe diventare legge dello Stato Italiano.
Ma cos'è lo Smart working (o "Lavoro agile")?
La base di partenza è quella del già esistente "telelavoro", che prevede una postazione remota fissa dalla quale il lavoratore svolge il proprio lavoro in determinati orari. Il telelavoro è stato usato prevalentemente per venire incontro alle esigenze di lavoratori disabili, senza mai riuscire a trasformarsi in uno strumento di flessibilità organizzativa per l'azienda valido per tutti i tipi di lavoratori.
Lo Smart Working può essere considerato una sua evoluzione: resta il principio del lavoro esterno all’ufficio, ma il lavoro agile presenta maggior flessibilità per quanto riguarda tempi e luoghi. Vengono meno i vincoli legati a luogo e orario lavorativo; il dipendente organizza il lavoro in piena autonomia e flessibilità; acquista maggior importanza la responsabilità personale dei risultati ottenuti.
A dirla così sembra semplice, invece qualcuno l’ha già definita la rivoluzione copernicana del lavoro dipendente. Lo Smart Working potrebbe rivoluzionare infatti il vecchio paradigma fordista del lavoro, spostando il lavoratore da una postazione fissa (raggiunta dopo aver timbrato il cartellino) ad una tipologia di lavoro più flessibile e più adatta al nuovo modo di intendere il lavoro.
Bisogna sottolineare che non si tratta soltanto di voler conciliare i tempi di vita e lavoro, per aiutare le mamma e i papà nella gestione della casa e dei figli. Lo Smart Working è qualcosa di più. Lo Smart Working gira intorno al concetto di produttività: lasciando il dipendente libero di organizzarsi spazi, tempi e luoghi di lavoro, lo si rende più responsabile del proprio operato e si possono fissare degli obiettivi di produttività da raggiungere in totale autonomia.
Il pilastro portante dello Smart Working è il rapporto di fiducia che si deve instaurare tra il datore di lavoro e il dipendente, il quale, sentendosi più libero di organizzare luoghi e tempi di lavoro, può garantire maggior produttività all’azienda.
In questo modo ci guadagnano tutti: i dipendenti guadagnano tempo ed energie, non sprecandone ad esempio per andare e tornare dal luogo di lavoro; il datore di lavoro ci guadagna in termini di spese per la gestione dell’ufficio, che perde di centralità, e in produttività dei dipendenti.
Per quanto riguarda i diritti del dipendente, restano validi tutti i diritti “tradizionali” come la tutela contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.
Uno degli scogli da superare per poter realmente introdurre progetti di Smart Working all'interno delle nostre aziende è quello della tecnologia.
Ci troviamo di fronte a un vero e proprio esercito di smart worker che necessita di strumenti informatici evoluti in grado di supportare il lavoro, ovunque ci si trovi. Le attuali tecnologie digitali supportano il lavoro in mobilità rendendo disponibili tutte le risorse aziendali, mantenendone l’integrità, assicurandone il costante aggiornamento e il rispetto delle policy aziendali di controllo, anche senza la presenza fisica del lavoratore in un determinato luogo di lavoro.
Per realizzarlo servono aspetti tecnologici molto innovativi ed interessanti.
Scansystemlab offre già soluzioni che consentono questo tipo di lavoro.