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Ma davvero dovremo tutti (ancora una volta) cambiare il televisore!?

Per fare spazio alla rete 5G cambia di nuovo il digitale terrestre! Ma è vero che dobbiamo buttare nuovamente tutte le tv!?

La Legge di Bilancio 2018 impone un nuovo switch-off entro il 2022 e manda in pensione il vecchio digitale terrestre.
Il motivo è che lo spettro radio è quasi completamente saturo e riuscire a trovare uno spazietto per un nuovo servizio wireless è piuttosto complesso. Così i legislatori sono andati alla ricerca di porzioni di banda inutilizzate (o mal utilizzate) tra i servizi tecnologicamente "più anziani", cioè di servizi che sfruttano la banda a loro disposizione in maniera poco efficiente o che, grazie a novità tecniche e tecnologiche, possono essere "confinati" in spazi dell'etere più esigui.
In vista dello sviluppo della rete 5G nel nostro Paese il Governo ha quindi deciso che il "vecchio" digitale terrestre possa essere mandato in soffitta per fare spazio al "nuovo" digitale terrestre e al nuovo standard di telefonia mobile. L'introduzione di nuovi standard di trasmissione televisiva – chiamati in gergo tecnico DVBT2 – consentiranno infatti di ridurre la larghezza di banda necessaria ai vari canali TV, liberando così gli spazi dai 49 ai 60 UHF sulla cosiddetta banda 700 (che occupa lo spettro dai 694 ai 790 MegaHertz).
Così come previsto dall'Articolo 89 della Legge di Bilancio 2018 ("Uso efficiente dello spettro e transizione alla tecnologia 5G") dal 1 luglio 2022 (circa 4 anni e mezzo da oggi) gli italiani dovranno nuovamente sintonizzare i canali TV del digitale terrestre. Questo, però, potrebbe essere il "minore dei mali": secondo l'opinione di alcuni esperti del settore, molti dei televisori presenti nelle abitazioni degli italiani dovranno essere "rottamati" o accompagnati da un nuovo decoder.
 
Il nuovo digitale terrestre assicurerà agli utenti una maggiore qualità delle immagini (supporto fino allo standard 8K con risoluzione 8192×4320 pixel), mentre richiederà una quantità di banda inferiore per la trasmissione delle immagini. Fondamentale, insomma, per raggiungere quello che è il vero scopo dell'art. 89 della legge di bilancio: efficientare il sistema di trasmissione televisivo e liberare spazio nello spettro radio da dedicare, come previsto da precisi accordi internazionali, alle comunicazioni mobili.

La transizione tra i due standard di trasmissione televisiva, ovviamente, non avverrà in maniera improvvisa. Nella legge di bilancio è prevista una road map che porterà, nel corso dei prossimi 56 mesi circa, al nuovo switch off televisivo che, partendo nel giugno 2020, dovrà portare al passaggio completo al DVBT2 entro il 1 luglio 2022.

Dal febbraio 2019, invece, inizierà il processo di transizione dei canali TV alle nuove bande di frequenza e alla realizzazione delle infrastrutture di trasmissione necessarie al passaggio al nuovo digitale terrestre. Dall'anno successivo, come detto, inizierà il trasloco delle emettenti: gli utenti (per primi quelli della Valle d'Aosta, molto probabilmente) dovranno fare la sintonizzazione dei canali TV onde evitare di non vedere più nulla.
Come capire se si dovrà cambiare televisore
In attesa del nuovo switch-off, la più grande preoccupazione degli italiani riguarda, però, la fine che faranno i televisori che hanno in casa. Da più parti, infatti, è stato lanciato l'allarme che il 90% dei televisori dovrà essere buttato. È vero? Non del tutto. Va specificato, infatti, che fino al 1 luglio 2022 i TV attualmente utilizzati continueranno a ricevere il segnale del digitale terrestre senza problemi e non dovranno essere sostituiti.
 
Poi però, quando lo switch off tra DVB-T1 e DVB-T2 diventerà effettivo, i televisori prodotti prima del 2010, anche se dotati di decoder per il digitale terrestre, non saranno in grado di mostrare i canali in alta definizione e dovranno essere cambiati. I TV realizzati entro il 2014 hanno il pieno supporto al DVB-T1, inclusi i canali HD trasmessi dalle varie emittenti italiane: per continuare a utilizzarli, insomma, sarà sufficiente acquistare un decoder compatibile DVB-T2.
I dispositivi prodotti nel 2016 (e, obbligatoriamente, quelli venduti dal 1 gennaio 2017 in poi) offrono già la piena compatibilità a tutti gli standard e formati video del DVB-T2 e non necessitano, dunque, di alcun supporto esterno (leggasi decoder) per funzionare.

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