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Attenzione ai controlli sui crediti d’imposta per beni 4.0

Stanno proseguendo i controlli sugli incentivi fiscali goduti sui beni 4.0 dal 2017 ad oggi e per fortuna, al momento, i risultati sembrano meno traumatici per le imprese rispetto a quello dei controlli sui crediti d’imposta R&S maturati tra il 2015 e il 2019 dove viene contestata la cronologia delle attività con le relative prove del coinvolgimento delle risorse umane.

Poiché finora i controlli sulla 4.0 sono iniziati con le grandi aziende che hanno fatto enormi investimenti e dove sono stati coinvolti istituti di ricerca, manager, e società di consulenza, temiamo che più i controlli scendano in basso verso le PMI, più i risultati dei controlli saranno traumatici per le imprese.

Ricordiamo che lo scopo internazionale della 4.0 è interconnettere macchinari per raccogliere continuamente dati macchina, uomo, ambiente, etc, da dare in pasto il prima possibile ad algoritmi di intelligenza artificiale e machine learning. Si tratta di un percorso continuo verso l’applicazione di nuove tecnologie, non è un’opportunità fine a se stessa per accaparrarsi macchinari a prezzi stracciati.

Nei più recenti controlli su iperammortamenti e crediti d’imposta 4.0 effettuati in Italia invece, vengono spesso rilevate delle criticità che effettivamente accomunano i beni acquistati, più ad una “Nuova Sabatini” che ad una “Impresa 4.0”. La visione distorta Italiana della 4.0 ha portato anche a credere erroneamente che dotarsi di un macchinario definito dal produttore 4.0 assolva l’azienda da tutti gli obblighi ed oneri.

Invece occorre provare con una adeguata reportistica che l’interconnessione del bene 4.0 con il sistema informativo aziendale sia iniziata con la sua entrata in funzione e che non vi sia stata nessuna significativa interruzione dell’interconnessione del bene durante tutto il periodo di agevolazione. Molto spesso invece, una volta testata l’interconnessione, nessuno si preoccupa più che il sistema continui a funzionare correttamente e a raccogliere i dati. Occorre comprendere che questi dati sono indispensabili per applicare ulteriori tecnologie che nel resto del mondo sono già funzionanti, ma delle quali la maggior parte delle nostre aziende non possono beneficiare perché hanno visto queste agevolazioni esclusivamente come un modo per avere un macchinario nuovo a costi irrisori. Le classiche scorciatoie all’Italiana che portano a guardare all’oggi come se non ci fosse un domani.

In altri casi viene contestata la posizione del bene 4.0 che viene spostato successivamente alla messa in funzione interrompendo i processi produttivi aziendali ed il flusso di informazioni o addirittura vengono spostati in altri stabilimenti o in altre sedi produttive se non addirittura ceduti.

Per questi motivi, consigliamo fortemente le imprese a prevenire i rischi di possibili contestazioni, controllando periodicamente il mantenimento delle caratteristiche tecnologiche e la collocazione dei beni 4.0 per tutto il periodo di fruizione dell’agevolazione.

Purtroppo, i rischi che eventuali carenze potrebbero portare all’azienda, arrivano alla perdita del beneficio fiscale goduto con l’aggiunta di pesanti sanzioni.

Noi siamo system integrator, da decenni giriamo nelle MPMI Italiane aiutandole ad applicare le nuove tecnologie, se avete necessità possiamo darvi qualche consiglio ed eventualmente coinvolgere bravi professionisti e società di consulenza specializzate.

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