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Riusciremo a gestire il passaggio dall’attuale Intelligenza Artificiale Limitata (ANI), alla prossima Intelligenza Artificiale Generale (AGI), fino alla Super Intelligenza Artificiale (ASI) ?

Iniziai a scrivere di AI nel 2017 quando venni a conoscenza delle evoluzioni dei robot, delle loro applicazioni nel mondo del lavoro, dei linguaggi segreti con i quali comunicavano tra loro di nascosto dagli umani, delle prime paure di Elon Mask che chiedeva velocemente regole nuove per delimitarne i confini. Se andate indietro negli articoli del mio sito, troverete gli articoli di allora. Con questo articolo invece partirò dalle origini per arrivare ai giorni nostri e comprendere insieme cosa ci aspetta in un futuro che può essere molto più vicino di quanto immaginiamo.

Oggi anche la massa ha acquisito consapevolezza dei progressi di questa tecnologia che ci affascina, perché la vediamo come nuovo strumento da usare, come era la prima automobile al posto del cavallo, come un notebook al posto di carta e penna, come uno smartphone che da solo ha preso il posto di una cabina telefonica, di una macchina fotografica, di uno stereo, e degli elenchi telefonici, della macchina da scrivere e del computer.  

Vedere come certe attività da Homo Sapiens vengono svolte da automi, in alcuni soggetti può generare il timore di perdere la supremazia sull’intelligenza, oppure può far nascere il dubbio di doversi rimboccare le maniche per rimanere competitivi in questo mondo e in alcuni può salire l’angoscia di rimanere senza lavoro.

Con queste righe voglio guidarvi nel percorso evolutivo fatto dalle origini da questa tecnologia per aiutarvi a comprenderne l’idea, la nascita, i progressi, i sogni, fino ad arrivare allo stato attuale, ma anche conoscerne i limiti e le potenzialità future che da sempre affascinano l’essere umano e lo spingono a buttare il cuore oltre all’ostacolo e cercare di scoprire l’ignoto anche a rischio di bruciarsi.

La storia dell'intelligenza artificiale (IA o AI) parte da molto più lontano di quanto pensiamo, quando nel 1936 il matematico Inglese Alan Turing si chiese se una macchina potesse essere considerata intelligente e propose un criterio per determinarlo, il "Test di Turing" appunto, un modello matematico di calcolo che formalizza l'idea di un algoritmo o di una procedura di calcolo.

Turing non ci ha solamente aiutati a rendere innocua Enigma, la macchina costruita dai Nazisti per comunicare tra loro tramite messaggi cifrati incomprensibili agli alleati, ma ha influenzato profondamente il modo di considerare i processi di calcolo, gli algoritmi, definendo in modo teorico ciò che è computabile e quali sono i limiti fondamentali per arrivare alla concezione di macchine in grado di simulare processi di pensiero umano. https://www.storicang.it/a/alan-turing-larma-segreta-degli-alleati_15245

La seconda guerra mondiale aveva spinto lo sviluppo di tante tecnologie tra le quali quella dei computer e nell’estate del 1956, in una località del New Hampshire, uno stato nel nord est degli Stati Uniti, un gruppo di matematici, fisici e informatici,  accomunati dall’idea di dare seguito alle intuizioni di Turing, si riunì per provare a costruire macchine che potessero imitare l’intelligenza umana. Fu durante questo incontro, noto come la conferenza di Dartmouth, che venne coniato il termine “intelligenza artificiale” ed ebbe inizio ufficiale l’era del campo di ricerca sull’AI. https://zweilawyer.com/2023/06/06/la-conferenza-di-darmouth-del-1956-la-nascita-dellintelligenza-artificiale/

Negli anni successivi vennero sviluppate tecniche che consentirono alle macchine di imparare dai dati, prima con l’apprendimento supervisionato dall’uomo, poi con apprendimento non supervisionato, fino a quando verso la fine degli anni 80 nacquero i primi algoritmi di machine learning per addestrare le reti neurali.

Nel frattempo, gli uomini che erano riusciti a comunicare tra loro abbattendo le distanze grazie al telegrafo, al telefono, alla radio e alla tv, verso la fine del secondo millennio hanno creato il Word Wide Web che oggi consente a miliardi di uomini e computer di connettersi tra loro come una enorme ragnatela e scambiarsi enormi quantità di informazioni.

Nell’ambito dell’intelligenza artificiale, la tecnologia è arrivata a creare più strati di reti neurali profonde per imitare il cervello umano e consentire alle macchine di spaziare in ambiti molto diversi tra loro; è la nascita del deep learning.

Durante il decennio successivo si assiste ad un esponenziale aumento delle potenze di calcolo e di quantità enormi di dati che possono essere dati in pasto alle macchine, è la nascita dei big data ed il riconoscimento delle immagini da parte delle macchine.

A questo punto le macchine sono in grado di riconoscere schemi complessi di dati, riconoscere le immagini ed elaborare dati sequenziali come lo scritto ed il parlato e apprendono velocissimamente divorando quotidianamente migliaia di testi, immagini, suoni, codici di programmazione etc.

Nel 2020 sono largamente diffusi i chatbot, programmi di conversazione che sul web si affiancano all’uomo fino ad arrivare alla fine del 2022 quando esce su cloud, a disposizione di tutti gratuitamente CHATGPT che è in grado di imitare perfettamente una interazione linguistica umana e riesce a dimostrarlo in pochi giorni a milioni di utenti increduli e affascinati.

Questo è solamente il primo passo di una intelligenza artificiale che ogni tanto commette degli errori grossolani come fosse un bambino deficiente, ma che continua ad apprendere molto velocemente e rappresenta un ottimo strumento multifunzione a supporto di coloro che ne conoscono i limiti e sanno discernere il vero, il corretto e il giusto dall’opposto. Questa è la cosiddetta Intelligenza Artificiale Limitata (ANI) ovvero Artifical Narrow Intelligence progettata per eseguire un compito specifico o un insieme ristretto di compiti, ma non comprende e non ha una consapevolezza e non ha la capacità di pensare fuori dal proprio ambito di competenza, per questo deve essere guidata dall’uomo che non deve commettere l’errore di assecondarla rischiando di farla delirare e trasformarla nel peggiore dei dittatori.

Dai primi computer degli anni 50 siamo passati ai supercomputer che hanno migliaia di processori che processano simultaneamente tantissimi bit di 0 ed 1 come il nostro Leonardo e molti altri supercomputer sparsi per il mondo che stanno alimentano le intelligenze artificiali con big data, algoritmi, e nuovi strati di tecnologie che scimmiottano il cervello umano. Poi ci sono già i computer quantici in mano alle bit tech come Google, Amazon, Microsoft, IBM etc che usano delle tecnologie al limite della fisica dove 1 bit può essere 0 o 1 o contemporaneamente entrambi, grazie alla sovrapposizione quantistica. Per comprendere le differenze di prestazione rispetto ai supercomputer, sappiate che i computer quantici riescono a fare calcoli simultanei in meno di 200 secondi per i quali il più grande dei supercomputer impiega 10.000 anni !

Dove potrà arrivare l’intelligenza artificiale con queste tecnologie? E SOPRETTUTTO quanto ci impiegherà se continuiamo ad andare così veloci senza regole che ne limitano le possibilità?

Secondo molti addetti ai lavori dobbiamo fare come avvenuto con la clonazione umana dove ci siamo imposti giustamente limiti etici per non rischiare di compromettere l’evoluzione umana.

Comunque nel frattempo, a livello teorico sono stati già definiti altri 2 livelli di intelligenza artificiale che solo a nominarli affascinano ma allo stesso tempo inquietano.

Il prossimo livello sarà l’Intelligenza Artificiale Generale (AGI) ovvero Artificial General Intelligence che possiederà capacità cognitive paragonabili a quelle umane in un'ampia varietà di domini e potrà comprendere, apprendere e applicare conoscenze in contesti diversi, avrà la capacità di ragionare, risolvere problemi nuovi, e avere una comprensione generale del mondo PROPRIO AL PARI DI UN ESSERE UMANO.

L’ultimo livello di intelligenza artificiale supererà di gran lunga l'intelligenza umana in tutte le sue forme, si chiama Super Intelligenza Artificiale (ASI) ovvero Artificial Super Intelligence e svolgerà compiti intellettuali MEGLIO DEGLI ESSERI UMANI, fino a migliorare continuamente se stessa a un ritmo esponenziale. Potrebbe risolvere problemi complessi in modi che noi non possiamo nemmeno immaginare, influenzando tutti gli aspetti della scienza, della tecnologia, dell'economia e della società.

Per questi motivi, molti esperti temono che la repentina crescita dell’AI senza adeguati controlli e limiti potrebbe consentirle di agire in modi imprevedibili e potenzialmente pericolosi per l'umanità fino ad arrivare a minacciarne la sicurezza e la sopravvivenza.

Il fattore tempo è fondamentale, occorre evitare di farci trovare impreparati con una società umana senza lavoro perché sostituita dalle macchine o di trovarci a confrontare con soggetti ibridi potenziati artificialmente o addirittura essere minacciati da macchine equipaggiate con Super Intelligenza Artificiale.

Teniamo presente anche che siamo arrivati ad impiantare dei microchip nel cervello di una scimmia che con il pensiero riesce a vincere ai videogiochi per guadagnarsi la meritata banana. Nel gennaio del 2024 lo stesso Elon Mask ha annunciato che la sua Neuralink ha impiantato un microchip nel cervello di un paziente volontario con paralisi per consentirgli di controllare il cursore del computer con la mente. Si stanno studiando impianti con elettrodi tecnologicamente molto avanzati e perfettamente biocompatibili con il tessuto cerebrale per aiutare a curare le malattie neuro degenerative dell’uomo e forse anche per salvarlo dalla minaccia dell’Intelligenza Artificiale.

Per il momento godiamoci la “DEFICIENZA ARTIFICIALE” fino a quando non arriverà la SUPER INTELLIGENZA ARTIFICIALE.  

 

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